Twitter cambia logo: dall’uccellino azzurro alla X di Elon Musk.
La storia che stiamo per raccontarti inizia con la proiezione di una gigantesca “X” sui muri del quartier generale di un’azienda molto importante. Stiamo parlando del nuovo logo di Twitter, proiettato appunto sulle pareti dell’head quarter di Twitter lo scorso luglio, per poi essere presentato ufficialmente da Elon Musk.
Dopo aver acquisito Twitter nell’ottobre 2022, Musk ha più volte dichiarato di voler introdurre grandi novità nella compagnia. Quella del cambio di logo è soltanto la più recente, ma negli scorsi mesi ce ne sono state di ben più rilevanti. In sei mesi Musk ha licenziato 6.500 persone (dato aggiornato ad aprile 2023), portando il numero di dipendenti di Twitter da 8.000 a 1.500.
Lo racconta molto bene questo articolo de La Repubblica di qualche mese fa.
Si è molto discusso dei licenziamenti che hanno colpito i dipendenti di Twitter. Uno smacco per l’immagine pubblica di Elon Musk, si è spesso detto. Lo è stato davvero? Non lo sappiamo. Ciò che sappiamo è che nonostante il chiacchiericcio, il multimiliardario sudafricano non ha cambiato idea. Mettiamo da parte (se possibile) i licenziamenti e concentriamoci sulla “X”.
METTIAMOCI UNA X SOPRA.
In questo articolo, più che la storia del rebranding di Twitter in sé, vogliamo discutere con te del peso della scelta di Musk. Non lo facciamo per fare gossip sul personaggio (che non reputiamo poi così interessante), ma per osservare i cambiamenti che riguardano il mercato delle piattaforme. Sostituire il famoso uccellino azzurro con una X bianca su sfondo nero significa snaturare completamente l’identità e le origini del brand (ne abbiamo parlato anche nelle storie del nostro profilo Instagram!).
Quali saranno le conseguenze di questa scelta? Non possiamo dirlo, ma una cosa è certa: quando si mette mano ad un logo così famoso, così iconico e così amato, occorre farlo con grande cautela. Ci sembra proprio che Musk non l’abbia avuta. La grande X bianca richiama chiaramente il nome della compagnia di Elon Musk: X Corp.
Noi di Supermad ci occupiamo di branding e comunicazione, ed un rebranding come questo non poteva certo passare inosservato. A nostro avviso la scelta di Musk è piuttosto rischiosa (per usare un eufemismo), ed avrà certamente un impatto sulla vita del social network nel prossimo futuro.
UN REBRANDING CHE LA META BASTA.
Il rebranding di Twitter non è sfuggito a noi di Supermad, poteva forse sfuggire a Zuckerberg? Ovviamente no! Meta, infatti, sta già testando il suo Threads: la nuova piattaforma di microblogging pronta a prendere il posto di Twitter. Threads è stato lanciato il 5 luglio scorso in 100 Paesi (tra cui Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e Nuova Zelanda). In sole 24 ore ha registrato oltre 70 milioni di iscrizioni! A breve dovrebbe sbarcare anche nei Paesi dell’Unione Europea.
Threads si propone dunque come alternativa alla piattaforma di microblogging più famosa al mondo: Twitter. Meta è pronta a sfruttare la debolezza generata dal rebranding di Twitter voluto da Musk: un rebranding che non riguarda solamente l’immagine, ma che si concentra – soprattutto – sull’identità della piattaforma che – per volere di Musk – si sta aprendo sempre più a contenuti liberi e senza vincoli di caratteri (infatti le pubblicazioni da tweet sono state rinominate post – che fantasia!).
Insomma, forse stiamo estremizzando ma a noi sembra proprio che mentre X diventa Facebook, Threads prende il posto di Twitter. E la domanda sorge spontanea: se i dati ci confermano come Facebook stia perdendo progressivamente il suo fascino… serviva davvero una sua copia, fatta peggio?
Non solo! Musk viene percepito da molti come un personaggio fortemente negativo (specialmente dopo la vicenda dei licenziamenti). Zuckerberg e i suoi possono dunque catturare l’attenzione degli utenti, cercando di dirottarla su un social network nuovo, pensato proprio per loro.
Musk ha deciso di esporre Twitter ad un grande pericolo, ovvero quello della migrazione degli utenti verso un’altra piattaforma. Ha scelto di modificare l’identità della compagnia in un momento estremamente delicato, proprio mentre Zuckerberg stava lucidando il suo Threads.
UN SOCIAL PER DOMARLI.
Che ci piaccia o meno Twitter (o forse dovremo dire X) fa parte del nostro sistema mediatico, è una colonna portante dell’informazione del dibattito pubblico. Si tratta di un canale spesso usato per comunicazioni di carattere istituzionale, giornalistico e politico. Twitter è stato per lunghi anni il punto di riferimento per il microblogging. Nel prossimo futuro le cose potrebbero cambiare molto, ed in questo processo Musk ha una grande responsabilità.
La vicenda del rebranding di Twitter dovrebbe farci riflettere come sempre sulla cosa più importante: i canali di comunicazione più utilizzati al mondo sono in possesso di pochissimi imprenditori (e quindi di aziende private). Ogni loro decisione può avere conseguenze importanti sulle nostre vite, e non dovrebbe essere così. Gli spazi di dibattito e i canali di comunicazione non dovrebbero essere appannaggio delle grandi corporate, bensì di realtà pubbliche, libere dagli interessi personali di un multimiliardario, chiunque esso sia.
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