Scarymad 2022: Il nostro racconto di Halloween è giunto al termine con un finale inaspettato!
Sulla pianura soffiava un vento freddo e impetuoso, che piegava con forza il grano sulla terra, agitando le stelle e spazzando via le nubi dal viso pallido e luminoso della luna. Dora si rannicchiava per non esser vista, mentre la strega ancora vagava tra i campi impaziente di mietere la sua prossima vittima.
-Dooooraaa-, la sua voce tenebrosa era di nuovo vicina e faceva tremare di paura la piccola bambina che, ad ogni richiamo, provava ad allontanarsene.
Armido le stava sempre vicino, con le orecchie abbassate e lo sguardo pieno di terrore.
I due erano sempre più vicini alla grande casa, quando d’improvviso, proprio a pochi passi da loro, videro tra gli steli la vecchia strega! La sua vestaglia era quasi trasparente, come quella di un fantasma, e il vento l’agitava tanto che pareva volerla squarciare. I suoi occhi gialli e cattivi scrutavano i campi in silenzio, poi di nuovo quel grido profondo: -Dooooooraaaa-.
Dora si tappò il naso e la bocca per non far sentire il suo respiro, e rimase così, immobile, a pochi passi dalla strega che non si era ancora accorta della sua presenza.
La grande casa era vicina, ma con la strega a pochi passi da loro per i due fratelli sarebbe stato impossibile raggiungerla senza essere scoperti!
Armido si accucciò sulle zampette posteriori, mosse un poco il sedere come per misurare la distanza del salto e con un balzo fulmineo si scagliò contro la vecchia strega. Dora rimase per un attimo senza fiato: cosa voleva fare il suo piccolo fratellino? Subito dopo capì: Armido stava distraendo la strega per permetterle di raggiungere la grande casa!
Il piccolo gatto sgraffignò il volto della strega, poi schizzò via tra il grano, facendosi inseguire da quel demone infuriato! Dora corse affannosamente verso la casa, sfidando le raffiche violente del vento che provavano ad arrestare il suo cammino. La strega era lontana, colma d’ira per i graffi di quel piccolo gatto insolente, gridava tra i campi: -Vieni subito qui, stupida bestiaccia!-.
Dora s’intrufolò in casa da una finestra aperta sul retro, era il suo momento: doveva raggiungere il paiolo di rame e liberare tutti i prigionieri dall’incantesimo di quel demone!
Corse d’un fiato su per le scale e si avvicinò al camino: il paiolo era pesante, ma con il giusto tempismo avrebbe potuto rovesciarlo giù dalle scale addosso alla vecchia strega. Adesso non doveva far altro che aspettare che il suo piccolo fratellino l’aiutasse a portare a termine il piano.
Armido correva (era felice di poter correre veloce come un gatto), la strega gli stava dietro: di tanto in tanto sentiva le sue dita rinsecchite sfiorargli la coda.
Sterzò improvvisamente, appena un attimo prima che lei lo acciuffasse: non poteva più fuggire a lungo, così sperava che Dora avesse già raggiunto il paiolo!
In un attimo i due emersero dall’oscurità dei campi, proprio davanti al portone d’ingresso della grande casa. Dora li aspettava in cima alle scale, tenendo a fatica il pesante paiolo con tutt’e due le mani. Seguito dalla vecchia strega, Armido varcò la soglia del portone.
-Zia Linda-, gridò la piccola Dora (chissà dove aveva trovato il coraggio per farlo), -Sono qui su, vieni a prendermi!-.
La strega smise di inseguire Armido, e sollevò lentamente i suoi occhi gialli verso la cima delle scale. Mentre Dora aspettava il momento giusto per rovesciare il paiolo, fuori il vento sibilava maligno, agitando gli scuri che si aprivano e si chiudevano sbattendo contro i vetri delle grandi finestre. Fu un attimo: la strega si lanciò lungo la scalinata, pronta ad afferrare la piccola Dora, ma lei, ormai stanca di reggere quel paiolo e stanca di essere perseguitata da quel demone, le rovesciò addosso l’orrenda brodaglia ancora bollente.
La vecchia strega capitolò giù dalle scale, contorcendosi dal dolore e gridando con tutte le sue forze:
-Doooooraaaaa, che cosa hai fatto, piccola ragazzina insolente!-
Il vento smise di soffiare, e nel silenzio della grande casa il paiolo di rame rotolò giù dalle scale un gradino alla volta, con dei tonfi solenni, fino a raggiungere il pavimento, dove smise di rotolare lasciando nell’aria un ultimo gridolino metallico.
Ora il silenzio era totale.
Dal corpo esanime della vecchia strega si levò lo spirito del demone. L’istante dopo si dissolse, come una visione, lasciando per sempre la grande casa.
-Zia Linda!- esclamò Dora lanciandosi giù per le scale, -Zia Linda stai bene?-.
L’antica teiera di porcellana che la zia conservava nella sua credenza in cucina si frantumò in mille pezzi, liberando Luigi, il giardiniere di famiglia.
Poi fu la volta della scopa appoggiata accanto al camino: il suo manico si spezzò, facendo comparire l’anziano signor Brunod, il medico di zia Linda.
Poi il porta sale e il porta biscotti di terracotta iniziarono a creparsi, infine esplosero, liberando Giulio e Susanna, i cari vicini di casa della zia che abitavano nella fattoria oltre i campi di grano.
Anche il piccolo gatto scomparve in un istante, e Armido si ritrovò in piedi nel grande salone. Dora gli saltò al collo e lo abbracciò con tutte le sue forze, mentre zia Linda, lentamente, si rimise in piedi.
-Cosa avete combinato?- Domandò ai due fratelli, -La mia povera casa è tutta un disastro!-
-Dove si è nascosto lo zio?- Chiese ancora, -Sparisce sempre quando c’è bisogno di lui!-.
Zio Osvaldo fece capolino dal portone: -Mi stavi cercando?- disse, gettando uno sguardo complice verso i suoi nipotini.
-Che ci fate qui tutti voi? Signor Brunod, Luigi, Giulio…Susanna!- disse zia Linda.
-Oh cara- disse zio Osvaldo appoggiando dolcemente un braccio sulle sue esili spalle: – Aspettavamo tutti insieme il tuo ritorno. Su, vieni, sediamoci per bere una tazza di tè, i nostri piccoli nipotini hanno una storia davvero spaventosa da raccontarti!-.