Amadeus e Novello: televisione in bianco e nero.
Riassumere quanto accaduto ieri tra Amadeus e Francesca Sofia Novello ci sembra superfluo.
La vicenda sta facendo il giro del web già da diverse ore, perciò non ha bisogno di presentazioni.
Andiamo subito al sodo dunque.
Un conduttore televisivo, specialmente se chiamato a condurre un programma con un numero di ascolti incredibile come Sanremo, ha una grandissima responsabilità.
A dire la verità chiunque si prenda la briga di parlare alle persone – in televisione o con qualsiasi altro mezzo – dovrebbe avere gli strumenti, la cultura e la sensibilità necessari per pesare le proprie parole prima di proporle al pubblico.
Questo è ciò che ieri è mancato a sir Amadeus, che alla presentazione delle undici dame – undici donne e un uomo, praticamente un harem – che in modo accomodante lo accompagneranno durante la sua avventura a Sanremo, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza al ruolo di influencer televisivo.
Proprio così: anche Amadeus è un influencer, che vi piaccia o meno.
La televisione infatti, nonostante internet e i social network, rimane uno strumento potentissimo e ancora ampiamente utilizzato. Ed è proprio lì che si concentrano un gran numero di personalità che di fatto influenzano la vita di moltissime persone, e che oggi possono rafforzare ulteriormente la loro immagine pubblica anche grazie ai social.
Insomma, Amadeus e tutti gli altri nomi che possono venirvi in mente – comprese le undici donne che lo affiancheranno durane il festival – sono degli influencer, e come tali dovrebbero sentire la responsabilità delle loro parole e dei loro gesti. In questo senso anche la Novello avrebbe dovuto percepire la sua parte di responsabilità, forse avrebbe dovuto far notare ad Amadeus che lei non sta un passo indietro a nessuno, e che è una giovane modella di successo che sa cosa vuole dalla vita e che ripudia i commenti sessisti di un uomo che potrebbe essere suo padre.
Si, avrebbe potuto farlo.
Sarebbe stato bello vero? Vedere la giovane donna che si ribella dando uno schiaffo in diretta nazionale all’imperante mentalità retrograda e maschilista.
E invece è rimasta in silenzio, con un sorriso difficile da interpretare dipinto sul volto. Poteva scegliere di ribellarsi e diventare così la paladina di un pensiero nobile come quello della parità di genere, e invece ha subìto quelle parole come la più indifesa delle prede.
Paladina o preda.
Bianco o nero.
Vincitori o vinti.
Le nostre opinioni si dispongono sempre in maniera binaria e limitata. Ci schieriamo da una parte o dall’altra, pronti a combattere l’inutile guerra dello scambio di opinioni in bianco e nero.
Si perché questa battaglia condotta così non porterà mai ad alcun risultato.
Abbiamo alle spalle decenni di commenti sessisti in televisione, di veline, di “comici” che a Natale ci deliziano con sorprendenti gag dai toni maschilisti, che mettono in scena una nauseante danza di corpi femminili sinuosi e sensuali, che si uniscono a uomini di mezza età poco simpatici e inutilmente nudi.
Diciamoci pure la verità: di televisione di qualità non ce n’è molta, e le nostre opinioni in merito non hanno mai contato un granché. Ed è questo, molto più di ciò che è accaduto ieri tra Amadeus e Francesca Novello, che ci fa davvero indignare.
Noi ci occupiamo di comunicazione, e sappiamo che la televisione è una parte importante di questo enorme universo. È uno strumento ancora imprescindibile in quest’ambito e viene troppo spesso utilizzato nel peggiore dei modi.
Un uomo di cinquantasette anni che non ha una visione aggiornata in merito a temi fondamentali come quello della parità tra i sessi, non dovrebbe ricoprire il ruolo di conduttore televisivo. È una responsabilità troppo grande per lui, e ieri ha pienamente dimostrato di non poterla sostenere.
Creare contenuti di qualità, e quindi poterne anche fruire, attraverso la televisione o qualsiasi altro mezzo di comunicazione, è per noi un fatto intrinsecamente e profondamente legato all’etica con cui svolgiamo il nostro mestiere.
Non vogliamo rinunciare alla televisione, ma rifiutiamo questo modo di fare televisione.
Non vogliamo smettere di essere spettatori – tutti almeno in parte lo siamo – ma vogliamo che ci sia più attenzione anche negli occhi di chi guarda.
È un fatto culturale: più libri, cinema, musica, arte e storia saremo in grado di conoscere, più questa televisione sarà obbligata a cambiare rotta.
Possiamo cambiare le cose, ma per farlo non bastano i nostri commenti velenosi sui social.
In tanti ieri si sono indignati per le parole di Amadeus, ma tanti altri non le hanno percepite come sessiste e offensive. Questo perché molti spettatori, per i motivi più disparati, non hanno un pensiero critico, e assimilano dalla televisione senza farsi troppe domande.
Ecco perché occorre pensare ad una soluzione a lungo termine. Se gli spettatori non cambiano, la televisione non cambia.
Occorre che la scuola e le famiglie insegnino ai ragazzi e alle ragazze a percepire il bello delle cose, a sviluppare il gusto per il pensiero critico. Poi quei ragazzi e quelle ragazze cresceranno e si impegneranno nei loro progetti con attenzione e maturità, cercando sempre di portare a casa successi e soddisfazioni, senza però prevaricare nessuno e seguendo un’etica basata sul rispetto e sull’equilibrio sociale.
Magari uno di loro diventerà un famoso conduttore televisivo.
Allora sì che noteremo la differenza.