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Mad Christmas 2020: il racconto di Natale.

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Non c’era tempo da perdere: Natale era sempre più vicino e al villaggio servivano molti panettoni.

Così Dante e Pier ne prepararono di continuo, come in una vera pasticceria.

Grazie al loro panettone magico i due avrebbero sradicato la TecnoVita da tutti i robot del villaggio e, perché no, magari anche dagli alberi, dagli uccelli e da tutte le creature del bosco e delle montagne. Con il loro panettone avevano salvato Pier, e allo stesso modo avrebbero liberato anche tutti gli altri.

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Quando la caverna fu traboccante di panettoni rosa, al punto che per Dante e Pier non rimase alcuno spazio per cucinare, i due realizzarono che mancavano soltanto poche ore al Natale: era giunto il momento di partire. Riempirono decine di sacchi di iuta coi loro panettoni, li caricarono sul dorso degli alpaca e si prepararono a volare, così, poco prima del tramonto, lasciarono l’altopiano. Nuvole dense poggiavano i loro profili languidi sui boschi in fondo alla valle, mentre gli alpaca in formazione le attraversavano rapidamente squarciandone il vapore.

Dante e Pier sorvolarono intere vallate e foreste, attraversando in silenzio la cristallina desolazione dell’inverno, che faceva scintillare i profili delle montagne ghiacciando l’acqua dei laghi e dei torrenti. Presto la sera calò il suo mantello d’ombra sulle montagne, poi la luna illuminò tutto d’un bianco lattiginoso.

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Risvegliatosi dal torpore della notte, Dante cominciò a riconoscere i profili della terra, la forma dei boschi e la posizione dei torrenti, e mentre l’alba rosseggiava pallida alle spalle dei monti, colorando di rosa la neve, le prime case del suo villaggio cominciarono a comparire tra la foschia del mattino.

Dal dorso dei loro alpaca Dante e Pier scorsero in lontananza i robot, affaccendati per gli ultimi preparativi al mercato, proprio all’alba del giorno di Natale.

Quando furono sopra al villaggio gli alpaca rallentarono per lasciare ai due amici il tempo di vuotare i loro sacchi.

Una pioggia di panettoni rosa cominciò a cadere dal cielo, e il villaggio ne fu presto riempito.

Sui sentieri, sopra i tetti delle case, tra i recinti delle mandrie e le bancarelle di Natale: piovevano panettoni rosa.

Dapprima i robot si insospettirono, ma dopo poco, inebriati dal profumo dei panettoni, cominciarono a raccoglierli, osservandoli da vicino con grande curiosità.

Quando uno dei tecno-uomini addentò timidamente un panettone, anche tutti gli altri lo seguirono, così le prime briciole rosa cominciarono a cadere sull’erba.

Dall’alto, sospesi sulla groppa dei loro alpaca, Dante e Pier trattenevano il fiato attendendo la trasformazione.

Il colore della pelle dei robot cominciò lentamente a cambiare acquisendo di nuovo sfumature naturali, poi anche l’erba tutt’attorno riprese a vivere, mentre i suoi ingranaggi si dissolvevano nel vento.

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Con la vitale onda concentrica che si propagava dal villaggio, la TecnoVita veniva sradicata dai corpi di tutti gli esseri viventi, lasciando libere le loro anime.

Dante e Pier riuscirono a sentire le prime parole di stupore provenire dagli abitanti del villaggio, che si guardavano l’un l’altro stupefatti.

Tutta la vallata tornò rapidamente alla vita, mentre la pulsante onda rosa si propagava oltre le montagne, facendo ondeggiare gli abeti lungo i pendii e liberando al suo passaggio ogni creatura dalla TecnoVita.

Il mercato di Natale era vivace e l’aria profumava di frutti di bosco e cioccolato, mentre i comignoli dei camini sbuffavano fumo bianco come la neve. I mocciosi del villaggio correvano a perdifiato sull’erba morbida, nascondendosi di quando in quando dietro le case per lanciarsi palle di neve.

Dante si fermò davanti ad una vecchia bottega: l’antica pasticceria della sua famiglia era ancora lì.

Pier si fermò insieme a lui.

“È da qui che voglio ricominciare”, disse Dante voltandosi verso il suo amico.

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Un anno dopo.

Una ragazza aprì la porta della bottega facendo tintinnare una piccola campanella appesa allo stipite. Indossava un cappotto blu ed un copricapo rosso, e le sue guance erano arrossate dal freddo.

“Buongiorno Ofelia”, disse Dante.

“Buongiorno!”, esclamò lei sfilandosi elegantemente i guanti.

“Mi domandavo se anche quest’anno preparerete i vostri panettoni rosa”, disse Ofelia.

Dante guardò verso la cucina dove Pier era alle prese coi dolci natalizi, poi si voltò di nuovo verso Ofelia: “Certo”, le disse, “come ogni Natale d’ora in poi”.

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