Torna al blog

Quando la strategia di comunicazione vince.

Ti piace la Formula 1? Personalmente l’ho amata tanto nel periodo di Schumacher in Ferrari. Ma non posso dire che sia esattamente la mia Cup of Tea.

La cosa che però ho sempre amato del mio lavoro è che lo posso ritrovare ovunque: tutto ciò che vedo è brand. Quanto accade intorno a noi è il risultato di un obiettivo di comunicazione. Più o meno consapevole, ma pur sempre presente.

Questa premessa era necessaria per spiegare la ragione dell’argomento dell’articolo di oggi: l’arrivo di Hamilton in Ferrari.

 

Una perfetta strategia di comunicazione.

Sappiamo bene che ormai nulla può prescindere dai social network: anche realtà che sono nate e sono conosciute al di fuori da questo mondo, oggi si confrontano e ragionano in funzione di questi canali. A volte, partendo proprio da loro.

Ciò che ci ha colpito di questa faccenda però è che quanto è stato fatto sia il perfetto risultato di una strategia di comunicazione: un progetto pensato nei minimi dettagli che è stato capace di sfruttare la piattaforma su cui è stato proposto, ma che in realtà non scende a nessun compromesso. Obiettivo, valori, messaggio, realizzazione, perfezione.

Ma veniamo ai fatti.

Il primo contenuto che è stato proposto sul canale della Scuderia Ferrari è il risultato di un incastro di simbolismi e semiotica. In QUESTO video, infatti, nessun numero è lasciato al caso: il 55, numero di Sainz che lascerà il posto a Hamilton. Il 16, numero di Leclerc, il 44, numero di Hamilton. E noi aggiungeremmo anche lo 0, il nuovo inizio, il 25 l’anno del cambiamento.

 

L’immagine perfetta.

E poi la presentazione ufficiale, fatta con un’immagine per nulla semplice in cui niente è stato lasciato al caso: 7 finestre, come i mondiali vinti da Hamilton, la porta che aspetta di aprirsi per festeggiare l’ottavo mondiale. Le tende grigie, un richiamo alla vecchia scuderia di Hamilton. La pioggia, l’eleganza inglese del protagonista. La Enzo, auto preferita di Lewis.

Lewis Hamilton

Quando la strategia di comunicazione vince.

Tanto altro si potrebbe dire delle successive pubblicazioni, ma ciò che conta è che quanto è stato fatto sia il risultato di un lavoro curato nei dettagli capace di dimostrare che le cose si possono fare bene e che, se così vengono fatte, di facile non c’è nulla.

Perché il nostro lavoro non è per tutti. Ed è giusto così. È come pensare che ognuno di noi sia in grado di salire su una F1 e anche solo pensare di stare in strada alla prima curva. Nessuno metterebbe in dubbio che questo sia infattibile, giusto? E allora perché sembra che ogni mattina un essere umano si svegli e si senta esperto/a di comunicazione?

Per fortuna casi come questi, ci fanno sentire un pelino più al sicuro e convinti che la nostra professionalità possa davvero fare la differenza.

Torna al blog