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Mad Christmas. Il racconto di Natale.

Testi: davide.pellegrino | Illustrazioni: martina.acetti

Seduto in veranda, Bernardo fumava in silenzio la sua pipa. L’altipiano era coperto di neve, così come tutta valle Miniere Bianche. Quella monotonia cromatica era interrotta soltanto dai grigi sbuffi di fumo dei comignoli del villaggio, che salendo verso il cielo diventavano colonne d’una cattedrale fantasma.

Non sarebbe andato in cerca dei suoi alpaca, pensava Bernardo, certo non prima dello sciogliersi delle nevi. Avrebbe aspettato la primavera: quando le camelie avrebbero fatto capolino tra la neve, allora sarebbe partito. Non gli rimaneva che starsene seduto in veranda e aspettare che il lungo inverno lasciasse la valle.

Anche Eliseo lo aveva detto: “la casa di Natale è di molto lontana dalla vostra, signor Bernardo”.

Mentre ripensava alle parole di quel ragazzino, cercando invano di non sentirsi un vecchio codardo, alle spalle dell’imponente muro di vette di fronte all’altipiano, vide comparire un uomo vestito d’un cappotto rosso alla guida di una slitta volante, trainata da renne e dai suoi alpaca rosa. Quell’uomo non poteva che essere Natale, pensò Bernardo, e adesso volava proprio in direzione della sua baita.

Quando Camilla e tutti gli altri alpaca videro il signor Bernardo affacciarsi di corsa all’altipiano iniziarono a sbuffare freneticamente dalle narici e a volare sempre più veloce. Così pochi istanti dopo la slitta poggiò davanti ai piedi del signor Bernardo, lasciando sulla neve fresca una scia profonda e regolare. Natale si affrettò a slegare tutti gli alpaca, come per mostrare senza parole le sue intenzioni: era venuto per chiedere perdono e per lasciarli liberi di vivere all’altipiano.

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Dal canto suo Bernardo colse dallo sguardo di Natale quanto quel vecchio si sentisse in colpa per quel furto meschino, così decise di non arrabbiarsi con lui.

“Non passava momento senza che queste bestie guardassero verso il suo altipiano” , disse Natale, poi aggiunse: “I bambini del villaggio mi hanno scritto una lettera per chiedermi di riportarle qui. Lei è un uomo fortunato, quei ragazzini le vogliono un gran bene“ .

“Io sono un uomo solo” , ribatté Bernardo, “la mia unica fortuna è stata quella di aver incontrato per caso questi animali tanto tempo fa. Da quel giorno sono rimasti sempre qui con me, come per alleviare la mia solitudine“ .

Tutti gli alpaca, una volta liberati dalla corda, andarono incontro al signor Bernardo, e Natale e le sue vecchie renne si ritrovarono soli in mezzo all’altipiano.

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“Come vede anch’io sono un uomo solo” disse il vecchio Natale allargando le braccia;

“Già“ , rispose laconico Bernardo;

“Cosa ne direbbe di fare un lungo viaggio insieme questa notte? C’è da consegnare doni a tutti i bambini del mondo, e lei e i suoi alpaca sareste di grande aiuto per me e le mie vecchie renne” , poi aggiunse: “ho sbagliato a portare via questi animali dal suo altipiano, ma ora sono qui per restituirglieli e per chiederle di non lasciarmi solo con questa mia grande fatica da compiere“ .

Bernardo, circondato dai suoi alpaca, rifletteva sulle parole di Natale, continuando in silenzio a dare boccate regolari alla sua pipa con gli occhi socchiusi.

Pensò che Natale era soltanto un vecchio solo, che aveva cercato disperatamente un modo per compiere il suo dovere, aveva sbagliato, ma adesso stava sinceramente chiedendo aiuto.

Così d’un tratto prese una decisione e disse: “D’accordo, ma tutti i bambini del villaggio verranno insieme a noi, così conosceranno il mondo” .

“Ma la mia slitta non ha spazio a sufficienza per tutti loro” disse Natale preoccupato;

“Ne costruiremo una più grande” rispose Bernardo, che già si era voltato per andare verso il capanno della legna.

Così, sotto gli occhi curiosi degli alpaca e delle renne, i due passarono tutta la giornata a costruire una grande slitta con la legna che il signor Bernardo aveva accantonato per l’inverno: l’avrebbe recuperata una volta tornati all’altipiano, aveva pensato.

Si era fatta sera e bisognava partire, Bernardo e Natale si scambiarono un breve cenno d’intesa, poi legarono gli alpaca assieme alle renne davanti alla slitta e diedero un colpo deciso alle redini.

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Raggiunsero rapidamente la piazza di villaggio Miniere Bianche, sotto lo sguardo incredulo dei bambini che stavano giocando attorno alla fontana.

Gregorio, il padre di Eliseo, di ritorno dalla miniera vide una folla di curiosi che si dirigeva verso la piazza del villaggio. Così prese anche lui a seguire la folla, e come lui fecero tutti gli altri.

Il villaggio pareva rapito da una frenesia che originava da un evento sconosciuto, e tutti si riversavano per le strade abbandonando le loro faccende per seguire quel fiume ipnotico di persone.

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Davanti alla folla attonita Bernardo e Natale cedettero le redini ai bambini del villaggio e si andarono a sedere in coda alla slitta.

Quando Eliseo, che adesso era pronto per far volare quello strambo carrozzone, incrociò lo sguardo di suo padre tra la folla gli gridò: “Che cosa ti avevo detto? Gli alpaca rosa del signor Bernardo esistono davvero!”.

Vi aspettiamo lunedì per l'ultimo capitolo del Podcast!

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